La pratica di studiare gli assoli dei grandi musicisti è diffusa fra tutti i cultori del jazz e rappresenta uno dei momenti più belli dell’attività di studio. Normalmente lo studio dell’improvvisazione si rivela tanto più efficace quando gli aspetti tecnici, espressivi e armonici vengono isolati in pratiche specifiche dove gli obiettivi sono ben circoscritti ed affrontati nel modo più diretto ed agevole possibile. In questo modo si rende possibile la risoluzione sistematica dei dubbi e delle incertezze esecutive.
Tuttavia, esistono pratiche più complesse dove gli elementi si sommano per avvicinarsi progressivamente al gesto musicale finale. Lo studio degli assoli si pone in un territorio intermedio: non è ancora una improvvisazione ma è già portatore di una buona dose di istinto musicale in azione. Necessita tecnica, senso della forma, del suono e soprattutto passione per l’oggetto della trascrizione.
Eseguire un assolo di Hank Mobley, Coltrane o Parker, è una esperienza unica per una ricca serie di motivi che cercherò brevemente di elencare.
1) Il linguaggio
L’improvvisazione Jazz è una forma d’arte che si svolge collettivamente fra solista e accompagnatori. A governare l’intesa fra i musicisti che vi partecipano c’è la conoscenza comune dei lavori dei musicisti di riferimento. Al di fuori della intenzione di coltivare questa conoscenza si consumano la maggior parte degli equivoci che intrappolano molti musicisti in un limbo di incomprensione reciproca cronica. Lo studio, viceversa, lungi dal farci approdare a risultati definitivi, ci aiuta però ad evolverci collettivamente. Il materiale melodico che è patrimonio comune di tutti i musicisti di jazz si origina principalmente nel repertorio, nel linguaggio orchestrale e nelle registrazioni che, dal bebop in poi sono divenute riferimento essenziale per la definizione della tradizione musicale jazz.
2) L’istinto musicale
Battere e levare sono elementi ritmici che discendono dalla notazione. In assenza di scrittura, come nella musica etnica, gli stessi ritmi possono esistere senza essere scritti e suonati da musicisti che non conoscono la scrittura. Nel jazz conosciamo la scrittura e la utilizziamo, ma improvvisando mettiamo in atto moltissimi comportamenti sostanzialmente intrascrivibili. Copiare un assolo senza l’ausilio della carta ci aiuta calarci in questa dimensione esclusivamente sonora. In un assolo il senso della forma, le emozioni, le conoscenze teoriche e il controllo razionale dello strumento, si fondono in un flusso musicale governato dall’istinto. Copiare un assolo da un disco frase per frase, memorizzarlo ed eseguirlo di getto con il disco, permette di fare questa esperienza per poi riproporla nelle proprie esecuzioni.
3) Gli altri strumenti
Una delle chiavi per imparare a suonare con gli altri è dedicare del tempo a conoscere, almeno nell’ascolto, gli altri strumenti. Suonando un assolo a memoria con il disco innumerevoli volte, è possibile mettersi nella posizione del solista rispetto ai suoi accompagnatori per coglierne le risposte, gli interventi, le iniziative e rivivere la dialettica musicale che si è creata in quella particolare registrazione. Oltre che una maggiore comprensione degli altri strumenti ciò porta ad un potenziamento dela capacità di ascolto.
4) La analisi armonica
Nell’improvvisazione jazz si procede quasi sempre radunando il gruppo intorno ad idee semplici per procedere ad una elaborazione di quelle idee, il più possibile, collettiva. In questo processo di elaborazione è utile avere sperimentato le variazioni più consuete che i solisti mettono in atto. Per comprenderle e farle proprie, è utile risalire ai clichè di partenza delle frasi o ai meccanismi armonici in esse messi in atto. In questa prospettiva un assolo ben assimilato diventa un serbatoio di materiale virtualmente illimitato.
La pratica
1) Ascolta l’assolo tutti i giorni per un periodo di tempo finchè non riesci a memorizzarlo cantandolo, anche approssimativamente, a voce
2) Procedi a suonare la prima frase finchè la pronuncia ed il suono non ti sembrano soddisfacenti, poi passa alla seconda frase finchè non riesci a suonarle di seguito. Vai avanti così fino alla fine dell’assolo.
Suggerimenti:
- Anche se non riesci a comprendere le note di un passaggio tutto il tempo che ci passi non è sprecato. Dopo diversi giorni di tentativi le note ti sembreranno chiarissime.
- 20 o 30 minuti al giorno sono un tempo sufficiente per lavorare su un assolo non complicato. In effetti lo studio dell’improvvisazione necessita la sovrapposizione di molti argomenti differenti e limitare lo studio dell’assolo ad un tempo circoscritto ti permette di dedicarti ad altro e di assimilare il lavoro lentamente e profondamente.
- Non servono molti assoli a memoria per avere un bagaglio sufficiente ad improvvisare. In effetti la qualità del lavoro conta più della quantità. Tieni conto che conoscere veramente un assolo significa essere in grado, con la dovuta lentezza, di suonarlo anche in tonalità differenti da quella originale.
Su questa pagina puoi trovare alcuni assoli che vengono svolti durante le lezioni online.