Rhythm changes

Con "Rhythm Changes" si indica comunemente la struttura armonica di 32 misure che discende dal brano di Gershwin "I Got Rhythm".  La struttura canonicamente intesa differisce dall'originale di Gershwin solo per la mancanza della coda di 4 misure nell'ultima sezione "A" . Rimosse le 4 misure finali si ottiene cosi il "chorus" ( leggi: giro armonico) di 32 misure secondo lo schema AA B A dove ogni sezione è di 8 misure per un totale , appunto, di 32 misure. In questo schema, come si vede neello spartito sottostante, la sezione A si ripete in modo quasi identico per due volte intercalata dalla sezione B che contiene accordi diversi e una diversa melodia. La sezione A viene poi ripetuta alla fine e chiude il brano. In Italia spesso ci si riferisce a questa struttura con il temine "Anatole".

 

Rhythm changes backing track

 

 


Di seguito una sommaria analisi armonica di un brano modellato sui cambi  di "I Got Rhythm":

La prima sezione A muove dalla tonica maggiore in questo modo:

|| I  VI | II V | I VI | II V| I  I(7) | IV  IV(m7) | III  VI(7) |  II  V ||.

La seconda A risolve sulla tonica alla 6° misura: 

|| I  VI | II V | I VI | II V| I  I(7) | IV  IV(m7) | I  IV(7) |  I ||.

La sezione B è una semplice progressione di dominanti estese:

|| III(7) |  %  | VI(7) |  %  | II(7) |  %  | V | % ||

L'ultima A è simile alla seconda e risolve sulla tonica alla 6° misura: 

|| I  VI | II V | I VI | II V| I  I(7) | IV  IV(m7) | I  IV(7) |  I ||.

 Il grado di complessità di questo giro armonico visto da chi sta imparando ad improvvisare si pone come somma di diversi argomenti che vanno dalla cadenza II V I sia maggiore che minore, al turn around, alla modulazione sul IV grado, lo scambio modale etc. Tuttavia l'improvvisazione jazz trova in questo brano più che mai l'influenza del blues dove una semplice scala pentatonica aggira gli accordi di derivazione classica per relegarli a "sfondo" movimentato di colori diversi sul quale il solista "galleggia" ambiguamente con formule melodiche elementari. Anche qui, dunque, è possibile accedere gradualmente ai materiali di costruzione più complessi lasciando che a parlare sia l'istinto. Naturalmente un istinto educato gradualmente a discernere il colore ed il peso delle note secondo quanto esposto in questa pagina .In questo processo di "sensibilizzazione" dell'orecchio e dell'istinto ha naturalmente peso il talento personale ma, a mio avviso, non quanto la cultura di ascolto personale e la familiarità con il genere musicale che si intende adottare come ambito nel quale esprimersi.

Attraverso l'ascolto e l'imitazione sarà allora possibile accedere ad una improvvisazione tonale tipicamente jazz dove la griglia armonica diventa lo sfondo per i riff e le ripetizioni elementari del blues infarciti di quando in quando di elementi accordali più specifici e puntuali sulla struttura. Un singolo lungo  suono di sax ricco di espressione e arrendevole al ritmo che scorre di basso, piano e batteria che fanno da sfondo lascia cosi la fantasia libera di immaginare una linea melodica che cede gradualmente agli accordi lasciandosi attrarre da questi con naturalezza e senza forzature. Al contrario il riempire tutta la "lavagna" immaginaria sulla quale scriviamo il nostro assolo di arpeggi e scale non fa che impedire il naturale processo generativo della melodia dove ogni gruppo di note è base per quelle successive più di quanto non lo siano gli accordi suonati da chi accompagna se lo fa con la necessaria discrezione (requisito, questo, senza il quale l' improvvisazione diventa uno sterile esercizio di tecnica).  Ascoltiamo allora un po' di Lester Young e caliamoci in questo turbine nel quale è possibile volare con tre note e leggerezza di suono, di testa e di anima.

Per chi non è ancora in grado di suonare con fluidità le scale maggiori può essere più produttivo invece continuare con le pratiche per principianti dell'improvvisazione dove il blues, il rock  e la musica latina vengono utilizzate come luogo per sperimentare la abilità primaria dell'improvvisazione che è costituita dalla capacità di "cantare" attraverso lo strumento senza l'ausilio di note scritte e utilizzando i semplici materiali di queste musiche popolari. Accordi, cromatismi e altre sfumature potranno arricchire la propria dialettica in seguito mantenendo il rispetto di questa fondamentale, indispensabile esperienza originale.

Altri approfondimenti sui "Rhythm changes" nella pagina dedicata allo studio di questo brano da Steve Grossman



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