Durante una intervista John Coltrane una volta ha detto: "Vedete, io ho vissuto per molto tempo nell'oscurità perché mi accontentavo di suonare quello che ci si aspettava da me, senza cercare di aggiungerci qualcosa di mio…" Se vogliamo dare ascolto alle parole di Coltrane per improvvisare jazz ci sarà perciò necessario trovare l'equilibrio tra gli aspetti tecnici ed il nostro personale personale modo di intendere la musica. L'esperienza ci insegna che in mancanza di questo cadremo facilmente nella sterile esibizione della tecnica o, viceversa, nella mancanza di controllo degli elementi formali necessari a farci capire da chi ci ascolta.
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Come e cosa praticare
Quando improvvisiamo, a guidarci é il nostro senso musicale, che é fatto di "orecchio", senso del ritmo, memoria musicale, estro..... insomma, in una parola, a guidarci é l' istinto. Ora, educare questo istinto, conoscerlo, affinarlo, svilupparlo, richiede tempo e attenzione. Bando, perciò, alle guide-lampo e cerchiamo con pazienza di occuparci dei problemi legati all'apprendimento della improvvisazione jazz. Tre temi perennemente discussi in merito, sono: il metodo di insegnamento (didattica), la teoria jazz (armonia jazz), e la pratica (cosa e come praticare).
Il metodo
Tradizionalmente l'improvvisazione viene appresa sul campo suonando a fianco di musicisti più esperti. In assenza di queste condizioni possiamo però cercare di imitarle. Uno dei modi possibili è quello di adottare l'approccio suggerito da Lee Konitz in un famoso articolo e cioè di studiare ciò che serve ad approfondire un brano, partendo dalla melodia e dagli elementi armonici di base per procedere poi verso ciò che è più complesso, in misura delle proprie capacità, e tornare poi alla melodia ogni volta che la azione si fa confusa o dispersiva. Questo permette di dare la priorità alle cose più semplici che sono sempre necessarie, e approfondire ciò che è più complesso ma non indispensabile solo quando questo non compromette la integrità del brano e in misura della ambizione di chi studia. Viceversa, cercare di apprendere in modo sistematico tutti gli argomenti disperde lo studio su una quantità eccessiva di informazioni ostacolando lo sviluppo di quella capacità di sintesi che è proprio la essenza della improvvisazione.
Teoria Musicale
La caratteristica essenziale che i riferimenti teorici utili nell'improvvisazione devono avere, è quella di essere di accesso immediato e facili da gestire mentalmente durante una performance. La configurazione che hanno i manuali in questo senso è opposta. I manuali elencano le informazioni in modo sistematico perseguendo lo scopo di affrontare tutti gli argomenti senza tralasciare nulla e all'interno di ogni argomento, ricercare la esaustività necessaria a dare al manuale stesso una validità sul piano accademico. Un solista invece deve procedere in modo intuitivo riordinando le informazioni teoriche secondo una gerarchia di utilizzo. A portata di mano devono trovarsi le informazioni fondamentali mentre i loro corollari possono essere sintetizzati in formule melodiche da ricordare agevolmente e da sviluppare quando possibile. Per questo motivo in questo sito le dispense di teoria sono estremamente schematiche. Dalla elaborazione di questi semplici schemi si può giungere alla organizzazione intuitiva di concetti sempre più complessi come le sostituzioni, gli schemi di intervalli, le sovrapposizioni tonali. (vedi programmi di studio). Un'altra linea guida ritenuta qui fondamentale in merito alla teoria jazz, è quella di mantenere costantemente la trattazione degli elementi teorici collegata a quella degli elementi di linguaggio estratti dal repertorio musicale di riferimento o elaborati in modo originale. Questo perchè la teoria musicale accomuna tutti i linguaggi occidentali, dal jazz alla musica classica, e non è sufficiente a creare musica se non applicata ad un linguaggio specifico.
Una guida pratica
Nelle pratiche che scaturiscono da questo approccio quindi, gli obiettivi teorici e stilistici sono fusi insieme, e gli esercizi sono modellati sul fraseggio dei grandi musicisti o su passaggi dei singoli brani. Nelle pagine elencate QUI questa impostazione dello studio viene applicata ad alcuni argomenti, come dimostrazione di ciò che viene svolto con l'insegnante nelle lezioni individuali. Il ruolo dell'insegnante è fondamentale per gestire la grande quantità di argomenti che vanno organizzati in una serie di tappe che sono assolutamente diverse per ognuno.
Didattica
Quanto esposto fin qui viene approfondito in una tesi di laurea condotta su sette pratiche di studio ideate da grandi musicisti di Jazz come Michael Brecker, Steve Grossman o Lee Konitz. La tesi è visibile sul sito Jazz Lab che raccoglie i materiali usati nelle lezioni online sulla improvvisazione. Per aprire la pagina contenente la tesi su sette pratiche di studio jazz clicca qui.