Il video è tratto dal film “Malcom X” di Spike Lee e la musica è l’originale esecuzione dell’orchestra di Lionel Hampton del brano “Flying Home”. L’assolo di sax tenore è quello di Illinois Jaquet. La efficacia di questo assolo è stata tale da far si che le sue frasi fossero poi citate da tanti solisti del jazz per generazioni.
Questa fantastica ricostruzione di una ballroom di Harlem degli anni 40′ è parte del film “Malcom X” di Spike Lee. Lo swing e l’energia che si sprigiona in questa scena è il frutto di una ricostruzione fra le più accurate che mi sia capitato di vedere. Oggi la musica jazz scopre orizzonti più ampi di quello delimitato dal ritmo swing. Basti pensare che Jitterburg Waltz di Fats waller, uscito nel 1942, viene citato come il primo brano swing in 3/4 in un repertorio jazzistico pressochè inseparabile dal 4/4. Da allora gli orizzonti ritmici del jazz non hanno fatto che ampliarsi. Negli anni 40 la orchestre cubane spopolano a New York. Quella di Machito ospita anche Charlie Parker. Negli anni 50 nasce la Bossa Nova che contamina il Jazz con la musica brasiliana ed in seguito anche il Tango di Piazzolla ospiterà una improvvisazione che al jazz deve sicuramente molto. Poi ci sono il blues di Chicago, free jazz, il jazz rock, il jazz europeo e ad ogni giro di giostra il repertorio ritmico si arricchisce di di tempi e di ritmi diversi. Oggi il 5/4. il 7/8 (es.: Steve Coleman, Brad Mehldau) e perfino i complicati tempi del flamenco (11/4) sono spesso utilizzati dai musicisti contemporanei. Lo swing tuttavia è stato un prodotto musicale di portata eccezionale che ha consentito lo sviluppo di una infinità di forme espressive moderne legate al jazz e resta un passaggio obbligato per chiunque voglia cimentarsi nella improvvisazione jazz.
Flyng Home viene pubblicato a nome di Hampton, Benny Goodman e Sid Robin. La registrazione è datata fra il 42” e il 45” quindi in coincidenza con la guerra proprio nel periodo nel quale il bebop si affaccia sulla scena e il jazz incomincia a perdere parte della smisurata attenzione goduta fino a quel momento grazie alle grandi orchestre swing. E’ quindi un periodo di svolta nel quale però la nitidezza formale dei solisti swing ha raggiunto la perfezione come in questo assolo di Illinois Jaquet. La carica di potenza ritmica ed espressiva di questa esecuzione viene leggermente appannata dalla registrazione così poco fedele, ma per chi studia il jazz con il sax è una occasione straordinaria di riviverla.