Arriva per tutti i sassofonisti che non hanno un insegnante fisso il momento nel quale la carenza cronica di tecnica incomincia a pesare. E’ un meccanismo che si ripete ciclicamente: grazie allo studio la sensibilità musicale si evolve e l’orecchio si accorge di cose che prima erano fuori della sua portata. Sopraggiunge il disagio e quindi la spinta a migliorarsi tecnicamente. Come fare?
La tecnica strumentale, vista in generale, si compone di aspetti legati alla emissione del suono, alla articolazione delle dita e della lingua ed infine agli elementi tecnico-espressivi più legati al tipo di interpretazione che si vuole ottenere. Questi ultimi sono oggetto di studio troppo complesso per essere sviluppati in un breve articolo e vanno a costituire il corpus più autentico di un efficace corso di studi. Sugli aspetti più basilari della tecnica che vengono comunemente ricondotti a ciò che costituisce la “impostazione” sullo strumento invece possono essere dette alcune cose. Su imboccatura e respirazione va detto che se non ben trattate nei primi anni di vita sassofonistica esse non cessano di influenzare negativamente il modo di suonare. Come migliorare questi aspetti della tecnica è trattato in altri articoli di questo sito come questo: Migliorare il suono del sax.
In merito alla tecnica delle dita va detto che questa è legata sia ad un insieme di accorgimenti da adottare con pazienza nei singoli passaggi che danno problemi, sia ad un sistematico esercizio capace di sviluppare il tono muscolare. Il duplice obiettivo dello studio, in questo senso, dovrebbe quindi consistere nel rilassare i muscoli che non dovrebbero essere coinvolti in un determinato movimento e nel riforzare, in modo quindi molto selettivo, quelli che devono entrare in azione.
Alcuni accorgimenti sono:
- Per rilassare i muscoli che non devono essere coinvolti nel movimento della chiave, puoi ottenere questo respirando a fondo ed esercitando le dita una per una molto, molto lentamente
- Mantieni le dita in contatto con le chiavi (o semplicemente vicinissime) senza occuparti di alzare le dita (le chiavi hanno le molle e vengono su da sole smettendo di spingerle)
- Non concentrare la attenzione sul movimento tra una posizione e l’altra ma cerca di rinforzare le posizioni di partenza e di arrivo in un passaggio praticandole come note lunghe
Sulla questione del rinforzare il tono muscolare possiamo invece spendere qualche parola dato che il modo nel quale i muscoli rispondo all’allenamento sfugge spesso al senso comune essendo un argomento al quanto complesso. Per prima cosa bisogna ricordare che i muscoli sono dei fasci di fibre che entrano in funzione solo parzialmente a meno che lo sforzo richiesto non superi un determinato numero di secondi, al di sopra del quale, la fibra muscolare diminuisce la sua capacità di contrarsi. La reazione a questa “sconfitta” consiste in un processo di compensazione che si attiva durante il riposo e che ci restituisce un muscolo di capacità accresciuta. Allenare un muscolo significa quindi stimolarne la crescita portandolo ad un livello di stress sufficiente.
Nel sassofono perciò, suonare una scala velocemente fa sì che i muscoli siano sottoposti a lavoro per un tempo brevissimo che si ripresenta tanto più di rado quanto è lunga la frase che stiamo suonando. Per sviluppare la forza pura delle dita sul sax, quindi non c’è niente di meglio che le tradizionali note lunghe. Questo esercizio può essere enfatizzato premendo tutte le chiavi contemporaneamente per almeno 1 minuto, attendendo che spontaneamente la pressione delle dita sui tasti aumenti fino al massimo disponibile. Ripetendo questo per 5 minuti ogni giorno per una settimana le chiavi sembreranno poi leggerissime. La raccomandazione è di riposare i muscoli delle dita, dopo questo esercizio, per vari minuti prima di suonare.
Meno generico è il lavoro sui passaggi che ancora non sono stati assimilati dalle nostre dita. Per questo, l’allenamento più efficace avviene ripetendo formule melodiche molto corte, che non danno modo ai muscoli di rigenerarsi, ripetendole per molti secondi fino a quando non sopraggiunge una fortissima sensazione di pesantezza delle dita. Questo approccio estremo è molto utile ai professionisti per recuperare velocemente la tecnica quando gli spostamenti non consentono di stare molto sullo strumento. Lo consiglio ai dilettanti, qui, per incominciare, dopo il primo anno di studi di base, a muovere le dita più velocemente. A questo scopo ho scritto un esercizio da suonare su tutte le scale maggiori che riporto qui in basso nella sola chiave di DO. Lo spartito completo è acquistabile qui.