Le approach notes

marsh e konitzUna "approach note" (letteralmente "nota di approccio" è una nota che ha la funzione melodica di condurre ad un altra nota che risulta essere all'ascolto nella posizione armonica o melodica principale. Ad esempio se sto suonando l'accordo di DO maggiore formato dalle note DO - MI - SOL  come parte dell'armonia di un determinato passaggio e non intendo modificarne la funzione sostituendolo o alterandolo (le sostituzioni armoniche sono un'altro argomento da conoscere) posso comunque "circondare" le note principali degli accordi con note estranee all'accordo utilizzando note della scala, cromatismi, o entrambe le cose). La sonorità dell'accordo resta nella sua struttura fondamentale inalterata ma il fraseggio si arricchisce della possibilità di movimenti ritmici piu' complessi, di una fluidità strumentale maggiore o anche della sonorità derivante da determinati intervalli. Studiare le approach notes conduce ad una padronanza strumentale maggiore ed all'ampliamento delle possibilità melodiche all'interno di un accordo. L'argomento "approach notes" può essere considerato naturale prosecuzione di quanto detto nell'articolo sulle scale bop. Le varie approach vengono trattate come elemento di analisi melodica anche nei testi finalizzati all'arrangiamento come: Berklee Harmony vol 2  (Barry Nettles).

Come si vede nel prospetto in basso le note scalari sono note di approccio denominate "passing tones", quelle cromatiche semplicemente "chromatic". Andando avandi C.T. sta ovviamente per "Chord tones". Da subito le varie note di approccio vengono combinate in piccoli o grandi "gruppi di approccio" che possono rendere il fraseggio molto complesso senza alterare la sonorità accordale di base. La grande attualità di questo argomento sta nel fatto che nonostante i gruppi di approccio siano strumenti di variazione melodica di uso comune in ambito classico e nel jazz di tutte le epoche, nel jazz più moderno ciò va ad alimentare un approccio improvvisativo alternativo alla visione "compositiva" del bebop dove la struttura armonica viene utilizzata apponendo materiali  melodici precostituiti anche se scollegati dalla melodia principale del brano o del momento. Questo approccio da sempre presente nel jazz, trova un rilancio nel lavoro di  Lennie Tristano negli anni 50'poi portato avanti dai suoi allievi (fra i piu' noti Lee Konitz e Warne Marsh). In seguito gli elementi di variazione melodica trovano grande applicazione nelle costruzioni melodiche basate sulla elaborazione di intervalli come è sempre più facile rintracciare nel jazz contemporaneo nel quale la ricerca di una maggiore libertà di espressione conduce ad un rapporto con la griglia armonica dei brani sempre meno schematico e prevedibile.

 

Attenzione: in fondo all'articolo c'è un'iteressante video in inglese dove viene mostrato un modo per strutturare il fraseggio utilizzando i gruppi di approccio. E' una "clinic" cioè uno stage, un seminario dove l'argomento viene esposto in blocco. Vi sono alcuni punti oscuri che rigurdano il "come" pervenire ad alcuni risultati ma ciò avviene perchè l'integrazione di un'argomento come questo nello studio dell'improvvisazione comporta la buona conoscenza degli altri argomenti di studio toccati nelle altre pagine di questo sito. In ogni modo per chi riesce a seguire anche solo in parte il ragionamento la cosa è oltremodo utile. Vai in fondo alla pagina,

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