I consigli di Thelonious Monk

Con la collaborazione di  Robert Nissim 

Da parecchi mesi gira fra i musicisti questa lista di consigli su come suonare ad un concerto. L’appunto, datato 1960, fu trascritto da Steve Lacy nel documento che riportiamo.

Come al solito i critici si sperticano a dare significati ai gesti degli artisti anche quando questi hanno il semplice scopo di indirizzare la pratica musicale. Al di fuori delle metodologie classiche compositive la pratica musicale del jazz si è sempre avvalsa regole elaborate in modo artigianale da ognuno e trasmesse ai propri colleghi a voce. La apparente leggerezza con la quale viaggiano le regole della prassi jazzistica fra i musicisti non deve trarre in inganno dato che ogni musicista sa che tali regole vanno sviluppate con la stessa attenzione con la quale è necessario lavorare sulla propria tecnica strumentale o sulle proprie composizioni.

Da questa lista è  possibile che ognuno venga colpito in un suo aspetto particolare ma è anche possibile estrapolare delle pratiche specifiche da adottare per rinforzare i propri aspetti musicali più bisognosi di attenzione. Nelle lezioni online sviluppiamo questo genere di pratiche in modo specifico per ognuno.

Ecco la traduzione di alcuni punti:

“Don’t play the piano part. I’m playing that. Don’t listen to me. I’m supposed to be accompanying you!” (Non suonate le parti del pianoforte. Io le suono. Non ascoltatemi. Dovrei essere io ad accompagnarvi!)

“Don’t play everything (or every time); let some things go by. Some music just imagined. What you don’t play can be more important than what you do.” (Non suonare tutto (o sempre), lascia che alcune cose passino. Un pò di musica deve essere solo immaginata. Quello che non si suona può essere più importante di ciò che si suona.)

“Just because you’re not a drummer doesn’t mean that you don’t have to keep time!” (Solo perché non sei un batterista non vuol dire che non hai bisogno di tenere il tempo!).

Come dovrebbero essere vestiti i musicisti ad un concerto? Risponde Monk: “Sharp as possible!” (il più elegante possibile); che vuol dire, con anelli alle dita, un cappello, occhiali da sole e indossando il tuo cappotto migliore.

Ecco la traduzione integrale:

I consigli di Monk
Anche se non suoni la batteria, non significa che non devi tenere il tempo.
Tieni il tempo con il piede, e canta la melodia mentalmente, mentre suoni.
Smettila di suonare tutte quelle note strane, suona la melodia!
Sostieni il suono della batteria.
Sappi discriminare.
Lo devi capire per capirlo, capisci?
E vai!
Sii sempre consapevole.
Ci deve essere la notte, altrimenti non ci sarebbero le luci.
Solleviamo il palcoscenico!
Voglio evitare i provocatori.
Non suonare la parte di piano, quella la suono io.
Non ascoltare me, io ti sto accompagnando.
La parte interna della canzone (l’inciso) e’ la parte che esalta la parte esterna.
Non suonare sempre tutto. Lascia che certe cose passino. Certa musica deve essere immaginata.
Quello che non suoni puo’ essere piu’ importante di quello che suoni. Mantieni l’appetito.
Una nota puo’ essere piccola come un ago o grande come il mondo, dipende dalla vostra immaginazione.
Tieniti in allenamento. A volte, un musicista aspetta un lavoro, e quando arriva e’ fuori allenamento e non ce la fa.
Quando stai ‘swingando’, cerca di ‘swingare’ ancora di piu’
(cosa dovresti indossare stasera? Sii super-elegante!)
Non chiedere lavoro a nessuno. Semplicemente sii presente sulla scena.
Quei pezzi furono scritti per avere qualcosa da suonare  e per incentivare i musicisti a venire alle prove.
Durante il tuo assolo sei in ballo! Se non ti va di suonare, racconta una barzelletta o balla, ma ricorda, sei in ballo! (ad un batterista che non voleva fare l’assolo).
Qualsiasi cosa pensi non si possa fare, qualcuno lo fara’.
Un genio è colui che riesce a essere se stesso fino in fondo.
Cercarono di farmi odiare i bianchi, ma non ci sono riusciti.

Robert Nissim pianista e compositore a New York, ha sviluppato un interessante software per l’apprendimento della armonia: HARMONY BUILDER

 

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